Il SIM scrive al CO.GE. in merito alla sicurezza dei militari.
Facendo seguito alle precedenti missive di questa Organizzazione Sindacale circa l’argomento in oggetto indicato, assume rilevanza, in questo momento, segnalare comportamenti poco avveduti in alcuni reparti del Corpo.
Sono assolutamente lodevoli tutte le iniziative che il Comando Generale ha intrapreso nell’urgenza e criticità rilevata, facendo trasparire in maniera palese la vicinanza e l’attenzione che viene riservata agli appartenenti al Corpo ed alle loro rispettive famiglie, nondimeno viene evidenziata la giusta ponderazione verso la tutela dell’ordine economico- sociale che la nostra Amministrazione rappresenta, proprio in questo particolare momento storico che il nostro Paese sta attraversando.
Va, evidenziata, però, una distonia con quanto indicato da codesto Organo di Vertice, in riferimento soprattutto con quanto disposto per gli Istituti di Formazione del Corpo. Sono molteplici le segnalazioni che pervengono a questo sindacato, da parte di colleghi che prestano servizio nei suddetti Reparti, per i quali, anche dopo la recente nota che ne ha disposto “lo svuotamento” degli allievi, con la conseguente totale assenza del personale in addestramento, si registra la mancata applicazione della turnazione negli uffici, non viene autorizzato alcuna modifica al modulo di pianificazione dell’orario settimanale e non viene concessa alcuna possibilità di lavoro agile o “”smart working”””.
Di certo, non per volontà dei militari, medesimo discorso e ragionamento è da farsi per le concessioni di Licenze Straordinarie per Gravi Motivi Documentati laddove ricorrano i presupposti previsti dalle norme regolamentari in vigore.
Confidando nella sensibilità e lungimiranza della S.V., e valutando questa situazione di estrema emergenza, si chiede che vengano prese tutte le misure per garantire la sicurezza, in particolar modo per quei colleghi che garantiscono al Corpo l’elevato livello di preparazione e professionalità dei propri discenti.
TUTTI i Finanzieri, da subito in prima linea, non si sono mai risparmiati per riuscire a dare il migliore servizio a tutti i nostri concittadini. I tanti colleghi in servizio sono però allo stremo; tanti Reparti registrano un crescente numero di contagi e molti uffici sono quasi per la loro totalità in quarantena; molti hanno situazioni difficili da gestire a livello famigliare (figli, mogli infermiere/medico/impiegate in supermercati, anziani da assistere) e devono riuscire nell’incredibile impresa di far coincidere gli interessi e la salute della propria famiglia, della propria Amministrazione e soprattutto del Paese. Ci pervengono criticità inerenti la sanificazione degli uffici, delle autovetture e dei materiali utilizzati tra un turno e l’altro.
Grave la lacuna riguardante la scarsa disponibilità dei DPI minimi necessari, e obbligatori per legge, per lo svolgimento del servizio in condizioni di sicurezza per la cittadinanza e per gli operatori stessi. La scarsità di mascherine porta ad serissimo rischio di contagio per i colleghi, i quali sono costretti, ad oggi, a dover centellinare il loro uso.
I colleghi in trincea hanno più degli altri il dovere e l’obbligo di operare per tutelare la sicurezza di tutti i cittadini, ma non sono immuni dal contagio.
Al pari dei colleghi presso i Reparti di Istruzione anzi indicati, viene rilevato che si registra la medesima criticità, in molti Reparti in Italia, ovvero l’assenza della turnazione negli uffici, la mancata autorizzazione alla modifica al modulo di pianificazione dell’orario settimanale e assenza di concessione per svolgere il lavoro agile o “”smart working”””.
Su quest’ultimo Istituto, si specifica, inoltre, che, “fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019 – il lavoro agile costituisca la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa in tutte le Pubbliche amministrazioni, sempreché la prestazione lavorativa non richieda presenza sul luogo di lavoro, anche in ragione della gestione dell’emergenza”, facendo oltremodo richiamo alla circolare del Comando Generale – Ufficio del Sottocapo di Stato Maggiore e AA.GG. che hanno regolato la tematica, nr. 76565 datata 13 marzo 2020, valevole come direttiva in tema di “lavoro a distanza”.
Quest’ultimo risulta, allo stato attuale, uno fra i più importanti ed efficaci strumenti di contrasto al contagio del Coronavirus 2019-nCov; tuttavia, esso incontra, nella sua concreta applicazione, un limite che si potrebbe definire fisiologico per la nostra Amministrazione: spettando al militare fare richiesta per la fruizione, si può facilmente rilevare un’ostruzione alla concessione già a livello di Comandante diretto il quale, non avendo ricevuto disposizioni certe in merito, può indugiare nel concedere\trasmettere la richiesta di fruizione del c.d. “telelavoro” al personale dipendente.
Ciò, di fatto, è quanto sta accadendo in tutto il Paese, dove una diversa sensibilità da parte dei Comandanti di Reparto finisce per divenire nella pratica una diversa interpretazione nell’applicazione di una disposizione che, ripetiamo, può dimostrarsi condizione necessaria per impedire efficacemente l’ulteriore diffondersi dell’epidemia.
Si aggiunge che tale segnalazione viene fatta non solo nell’interesse del personale, ma anche nell’interesse dei Comandanti di ogni livello ordinamentale che, se messi nelle condizioni di non commettere errori nell’applicazione della disposizione, di certo non avrebbero interesse a mettere a repentaglio la salute dei propri militari.
A tal proposito si richiede:
- di attuare un’opera di sensibilizzazione su tutti i Comandanti ai vari livelli e, inparticolar modo, per i Comandanti dei diversi Reparti dipendenti dall’Ispettorato per gli Istituti di Istruzione, di concedere, ove risultino le condizioni, gli istituti già promossi nel corso di questa situazione emergenziale (Licenze Straordinarie per Gravi Motivi Documentati, rimodulazione dell’orario di lavoro settimanale, lavoro agile) al fine ridurre il più possibile, la forza effettiva presente nel Reparto e, ove questo sia possibile, di preservare soggetti che, al momento, risultano essere non contagiati così da evitare che gli stessi si trasformino in veicoli per il coronavirus, dal Reparto alla propria famiglia e viceversa; solo un tale virtuoso atteggiamento potrà preservare la c.d. “”seconda linea”, da utilizzare per sostituire i colleghi dei Reparti operativi che, giocoforza, cadranno vittime del contagio a causa della moltitudine di soggetti con i quali si interfacciano quotidianamente per i controlli sulla legittimità degli spostamenti;
- di far provvedere alla sanificazione degli uffici, delle autovetture e dei materiali utilizzati tra un turno e l’altro al fine di evitare al massimo i casi di contagio tra il personale;
- di provvedere ad effettuare nei tempi più celeri possibili ulteriori forniture dei DPI minimi necessari allo svolgimento dei servizi d’istituto e, laddove assenti in quanto terminati, disporre il blocco dei servizi di controllo sul territorio al fine di salvaguardare la salute dei colleghi impiegati.In attesa di un tempestivo intervento in riscontro alla presente richiesta si porgono i
saluti più cordiali certi che la comprensione e vicinanza ai militari del Corpo sia totale e assoluta, specialmente in questi giorni bui per la nostra amata Nazione e per tutti noi che abbiamo l’onore di vestire le Fiamme Gialle.
IL SEGRETARIO GENERALE
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